Adesione ad ALBA

Ci rivolgiamo a tutte le persone che da marzo 2012 ad oggi hanno firmato sul sito il documento fondativo di ALBA1 e a chi in questi mesi ne ha incontrato le proposte e le iniziative politiche, partecipando così alla formazione di un “nodo” territoriale o anche soltanto intrecciando primi contatti e scambi attraverso la rete. E forse qualcuno ha partecipato senza neppure firmare quel manifesto, perché si è sentito aderente o attivista già “di fatto”. Chiediamo oggi di passare da una firma sul sito o da una presenza di fatto a un'adesione piena, attraverso un atto formale d'iscrizione ad ALBA.

Sono trascorsi nove mesi dall'assemblea nazionale del 28 aprile 2012 che è stata il nostro atto di nascita – a partire dalla scelta del nome stesso (Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente). Un cammino intenso ci sta già alle spalle, tanto che il tempo passato sembra molto maggiore. Quando “non c'è più tempo”, nell'agonia di democrazia determinata da questa fase feroce del capitalismo globalizzato, diventa importante provare tutte le strade e spendere tutte le energie per tenere aperte prospettive e spazi in cui la politica non sia più separata dalla vita personale e rassegnata al domino della tecnicizzazione, per la quale non c'è più niente da decidere collettivamente e la democrazia è una perdita di tempo, tutto essendo già stabilito e programmato da mercati onnipotenti. Almeno è fondamentale per chi come noi si è proposto di contribuire alla formazione di una soggettività politica nuova e altra, che sia all'altezza della devastazione in atto, che è sociale economica culturale esistenziale. Per questo motivo ci siamo mossi non solo nella dimensione necessariamente di lungo termine della diffusione e del radicamento territoriale, ma anche in quella accelerata e breve della prossima scadenza elettorale.

Non è andata bene. Il percorso di Cambiare si può non è riuscito nei suoi intenti, ma non per questo è stato privo di valore o di significato2. Si è proposta una esperienza elettorale alternativa al governo Monti e al centrosinistra che ne condivide la sottocultura accademica, ma non si è visto come quella fase costituente del neoliberismo mettesse in discussione la stessa democrazia costituzionale, devastando identità, luoghi e strumenti della partecipazione politica. La risposta doveva essere all'altezza anche nelle forme e nei metodi - da rinnovare radicalmente per essere realistici in questa epoca di disincanto e desertificazione della sfera pubblica. Con la lista Rivoluzione civile non si sono fatti passi avanti sul terreno del rinnovamento dei soggetti politici, per la costruzione di un nuovo spazio pubblico allargato. Per rispondere alla profondità della crisi dei partiti e delle forme della politica occorre far vivere uno strumento collettivo che guardi lontano, in un percorso che va oltre la scadenza elettorale. Oltre la sola dimensione del voto e della rappresentanza. Proprio per ridarle valore e significato occorre un soggetto politico che assuma come suo senso fondante il lavoro consapevole e approfondito sul terreno delle relazioni e delle regole. E lo faccia a partire da se stesso ma non chiuso in se stesso. Puntando a favorire una trasformazione complessiva, tramite anche alleanze e mediazioni, ma con l’ambizione tutt’altro che minoritaria di mettere in campo un’altra Italia, e di lavorare per un’altra Europa.

L'invito a iscriversi ad ALBA va perciò innanzitutto inteso come un'offerta di collaborazione attiva ad un processo e ad una ricerca, da condurre in forme inclusive aperte e partecipate. Al tempo stesso questo significa dare concretezza al corpo sociale ed alle forme organizzative tratteggiate nello Statuto essenziale che abbiamo elaborato in modo partecipato ed approvato lo scorso novembre3.

Iscriversi è condividere una responsabilità e compiere un piccolo gesto di fiducia e ottimismo, non solo della volontà ma anche dell'intelligenza. È scommettere sulle possibilità che proprio nelle crisi si aprono occasioni di inaugurare strade nuove per la difesa dei beni comuni, l'affermazione della creatività personale e collettiva, il desiderio di prendere in mano la propria vita, di avere spazi in cui condividere passioni e riflessioni, la propria ricerca di liberazione. L'invito è a fare un passo avanti nell'intento di contribuire a riprendere in mano il bandolo del discorso pubblico, in alternativa alla degenerazione degli attuali partiti politici. Provare a sperimentare la costruzione di un'idea e di una pratica di organizzazione politica radicalmente nuova, sia rispetto al modello gerarchico novecentesco sia a quello personalistico e populista attualmente dilagante.

Una responsabilità e una fiducia da declinare secondo le possibilità e il desiderio delle donne e degli uomini che sono disponibili a incamminarsi su questa strada, impegnativa e appassionante insieme. La struttura di ALBA non è infatti concepita in senso piramidale ma confederale e a rete, un luogo dove sperimentare pratiche fondate sul “potere di” piuttosto che sul “potere su”. Dove sia possibile ruotare incarichi e funzioni, dove si vivano relazioni che mettono in discussione le rigidità dei ruoli di genere e di potere, dove i diversi sguardi di donne e uomini, ragazze e ragazzi, si confrontino a partire alla propria parzialità – che è esperienza personale, conoscenza e ricchezza. Dove anche il conflitto possa essere vissuto come confronto suscettibile di sbocchi creativi e non distruttivi. Ma per poter attuare davvero tali principi di profonda trasformazione, occorre il concorso attivo di molte e diverse persone. Pensiamo infatti che tentare un percorso di organizzazione, oggi, voglia dire soprattutto mettere in connessione le diversità: di generi, di generazioni, di cultura, etniche, linguistiche. L’organizzazione politica dovrebbe essere il laboratorio, lo spazio in cui s'inventano i nuovi linguaggi di un dialetto universale in grado di superare la separatezza e la frammentazione, in cui ci si emancipi dalla contrapposizione “amico-nemico”. Una politica che sappia trovare la propria “essenza” non nell’esclusione reciproca (e nel conflitto tra identità chiuse e separate) ma nell’inclusione e nella connessione tra identità. Per questo ALBA non teme di porre fra i suoi principi basilari anche la pluralità di appartenenza politica e si propone come luogo di azione quotidiana nel territorio e luogo di pensiero, su metodi forme e contenuti. Riconosciamo l'importanza della sfera dei comportamenti e delle passioni, rompendo con le pratiche mai esplicitate ma sempre perseguite dal ceto politico attuale: la furbizia, la rivalità, la voglia di sopraffare, il mirare all’interesse personale. Al loro posto sosteniamo l’inclusività, l’empatia, la mitezza coniugata con la fermezza: l'impegno quotidiano non di un'improbabile isola felice ma di una possibile comunanza solidale di consapevolezza e d'intenti. Un “luogo comune” in cui politica e vita si riconnettano non in un remoto domani ma nell'oggi di relazioni davvero “umane”.

Prendendo le mosse da Parma4 e poi da Torino5, abbiamo formulato una proposta programmatica di 25 punti con cui intendiamo contribuire in termini di contenuti all'alternativa rispetto all'orizzonte neoliberista di Monti e del centrosinistra di Bersani6. Ma per diffonderla e svilupparla c'è bisogno del contributo di idee e di attività di ciascuno/a. C'è molto da fare, fuori e dentro di noi. Per esempio migliorare di molto i nostri strumenti e metodi di comunicazione.

Il primo mattone indispensabile per fare tutto questo dipende proprio dall'impegno e dalla passione che possiamo incontrare e suscitare. E dipende inoltre dall'autofinanziamento che riusciamo a ottenere, anche grazie alla “tua” iscrizione!


Visita www.soggettopoliticonuovo.it/iscriviti/


ALBA - Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente

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